La Strega
di Lorenzo Bosisio
La porta si aprì appena e un sottile fascio di luce tagliò l’oscurità che riempiva la stanza. La donna percepì sul volto il calore del sole. Doveva essere una bella giornata all’esterno.
L’uscio scivolò sui cardini con un sospiro. Il rumore dei passi riempì l’ambiente angusto, rimbombando sulle pareti come se fosse una grotta nelle profondità della terra. Senza nemmeno farci caso, contò il numero di uomini che si trovavano dinanzi a lei. Era certa che fossero uomini, soldati per la precisione, perché le altre persone non sbattono gli stivali con la stessa tracotanza.
“Signori – salutò alzando gli occhi ciechi verso la porta, - siete i benvenuti. Cosa posso fare per voi?”
“Ho saputo – rispose un uomo. La sua voce mostrava autorità e consuetudine al comando, - che tu vedi nel futuro. È vero?”
“Mio buon padrone, il villaggio è pieno di gente che parla senza conoscere i fatti”.
“Stai dicendo che mi hanno mentito?”
“No, ma non saranno i tuoi soldi a garantirti i miei servigi”.
“Non ho detto che ti avrei pagato”.
“Non ancora, ma presto l’avresti fatto”.
Lo scivolare metallico della spada nel fodero tagliò il silenzio che era appena caduto. La donna si voltò verso la guardia del corpo e sorrise, senza la minima traccia di paura sul volto.
“Donna – le intimò l’uomo, - dimmi quello che voglio sapere!”
“Come desideri, mio signore. Non sono avvezza alle minacce e le armi mi spaventano”.
Lei tornò a guardarlo con quegli occhi lattiginosi e vuoti e gli parlò, prima che lui potesse formulare una richiesta.
“Guardati dai morti – gli suggerì in un sussurro, - perché coloro che ucciderai potrebbero tornare”.
“Smettila di dire idiozie! – la voce del nobile ebbe un tremito impercettibile. - I morti sono morti, lasciali in pace”.
“Davvero? Tu credi nella vita dopo la morte, mio buon signore?”
Le parole della donna echeggiarono come una forza sovrannaturale nella camera e lo colpirono come un maglio. Barcollò all’indietro spaventato e uscì di corsa, seguito a ruota dalla scorta.
La strega ridacchiò soddisfatta, poi parve alzare gli occhi ciechi verso un punto non definito.
“E tu – chiese, - che sfogli le pagine di un libro e sei testimone di queste vicende, ci credi?”
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